CUOA Forum Retail

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dell'austerity.

L'evidenza è contenuta nel rapporto del The Boston Consulting Group, presentato nel corso della 2^ edizione del Forum Retail della Fondazione CUOA. Ed è confermata dagli interventi di alcuni dei principali retailers italiani.

La ricerca. In base alla ricognizione effettuata dalla società di consulenza The Boston Consulting Group, gli Italiani, in linea che ciò che avviene nel resto d'Europa, sono consumatori preoccupati per il futuro. Il 53% (60% è il dato U.E.) dei rispondenti ha, infatti, asserito di vivere con ansia il futuro, con un incremento rispetto allo scorso anno del 10%. Però l'Italia si rivela il Paese di gran lunga più fiducioso d'Europa sui prossimi 12 mesi. La ricerca dice anche che il 61% degli Italiani intende ridurre le proprie spese nei prossimi 12 mesi; solo il 37% le manterrà uguali all'anno precedente (dato più alto del valore medio U.E., oltre che di altri Paesi come Germania, al 32%, UK, 31%, Francia, 36% e Spagna, 21%), mentre solo il 3% ha intenzione di spendere di più. Tra i settori che subiranno i tagli più forti ci sono il fashion (56% ridurrà questo tipo di costi),le spese per i ristoranti (48% ridurrà), l'arredamento e il decoro della casa (47%),giocattoli e giochi (44%). Tra i settori che, invece, terranno ci sono gli acquisti per l'abbigliamento dei bambini: il 53% degli intervistati non ridurrà e il 5% aumenterà gli investimenti. E poi ci sono le spese nel settore delle apparecchiature elettrodomestiche a basso consumo di energia: il 46% non ha intenzione di ridurre le spese in questo settore e l'11% intende alzare tale voce di costo. Ma come risparmieranno gli Italiani? L'intenzione più forte non è quella di rinunciare alla qualità scegliendo dei brand meno costosi, ma di ridurre la quantità di acquisto. La pensa così il 40% dei rispondenti. Mentre il 22% intende acquistare prodotti che costano di meno.

Le aziende. Ma cosa stanno facendo le aziende di retail per reagire a questo contesto di profonda crisi dei consumi? Dino Tabacchi, presidente di Salmoiraghi & Vigano afferma: «Il lusso non è certamente morto, ma è cambiato, molto. Oggi non si acquistano più occhiali nuovi di griffe ogni stagione, anche le griffe devono riguadagnarsi il diritto di essere considerate tali. Tengono invece i prodotti con un forte contenuto tecnico e di innovazione. Ecco, per questi prodotti il consumatore è ancora disposto a spendere». Salmoiraghi & Viganò per opporsi alla crisi ha messo a punto una serie di interventi. Le linee guida del programma di Salmoiraghi & Vigano riguardano un piano di "rallentamento" nello Sviluppo dei Punti Vendita Diretti Centri

Città/Centri Commerciali e un'accelerazione sullo sviluppo del Franchising, con coperture dei centri "minori" (negozi di "proximity"). Mentre è stato mantenuto il piano di investimenti in comunicazione. A queste linee di azione ne sono state aggiunte altre focalizzate sulla gestione, che mirano ad alzare l'attenzione sui Costi d'Acquisto (Rapporti con Fornitori, Politiche Assortimentali/Prodotto); costi del Personale (Orari, Formazione/Professionalità) e sulle spese generali (Affitti, Gestione IT/Sede, Marketing).

«Se è il prodotto tecnico a tenere - continua Tabacchi - abbiamo la necessità di avere personale formato in grado di spiegarne le caratteristiche: per questo abbiamo investito molto nella formazione delle risorse umane».

Il Gruppo Calzedonia, spiega il Direttore Vendite Enrico Cipriani: «Ha affrontato la difficile congiuntura in due direzioni principalmente: su un versante, con una rotazione delle collezioni più rapida, riducendo il time to market, dall'altro, con un controllo spinto sui costi». Un caso su tutti è la trasformazione avvenuta nei punti vendita a insegna "Intimissimi", in cui sono state ridotte le collezioni best seller e potenziata, invece, la visibilità dei prodotti definiti "basici". Dal punto di vista visivo, questo processo di ottimizzazione delle risorse è avvenuto potenziando lo spazio visivo dei prodotti basici rispetto ai capi stagionali. È stata, inoltre, applicata una politica di prezzo incentivante, che consente un risparmio all'aumentare del numero dei capi acquistati. Grazie a questi accorgimenti i negozi del Gruppo Calzedonia hanno mantenuto in crescita l'andamento dei ricavi.


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