Passare da una concezione tradizionale di leadership al coaching per garantire le performance dell’approccio Lean. L’argomento è stato discusso ieri, giovedì 11 luglio, nell’ambito dell’incontro: “Dici o fai? In un contesto di cambiamento, il FARE diventa strategico. Prendiamone consapevolezza”, organizzato dalla Lean Enterprise Club della Fondazione CUOA. All’evento sono intervenuti Michela Epifani, formatrice, coach di lunga esperienza e docente CUOA e Andrea Furlan, referente scientifico del CUOA Lean Enterprise Center e docente dell’Università di Padova.
Da alcuni anni la Lean Production viene utilizzata dalle imprese per ottimizzare le risorse, abbattere gli sprechi e innalzare la qualità e l’efficienza produttiva, con risultati apprezzabili nel breve periodo. L’approccio snello sconta però spesso la difficoltà di rendere i cambiamenti sostenibili e duraturi nel tempo. Come ha evidenziato Andrea Furlan: «Una survey fatta su imprese industriali americane mostra che mentre il 70% delle imprese adotta le tecniche Lean, circa il 74% di queste si dichiara insoddisfatto dei relativi risultati in termini di sostenibilità e durata. La sfida consiste dunque nel garantire continuità alle performance offerte dalla Lean, una sostenibilità raggiungibile solo grazie al cambiamento dei comportamenti in azienda, tanto del top management quanto della base».
A monte dei processi di cambiamento delle aziende che optano per la Lean deve operare una rivoluzione di carattere culturale, che riguarda anzitutto la leadership e il commitment del leader. Da una cultura tayloristica, che basa la leadership tradizionale su un diktat unidirezionale, occorre passare alla modalità del coaching. Si tratta di una pratica di comportamento attraverso cui il leader, e in generale il top management, coinvolgono dipendenti e collaboratori nella guida aziendale e li mettono davanti a problemi, anziché dare risposte, conferendo loro autonomia e responsabilità. In tal modo il cambiamento, vissuto direttamente dalle persone, riesce a strutturarsi nel tempo, a diventare abitudine, e permette di non disperdere le performance offerte dalle tecniche lean.
Nel corso dell’incontro preliminare riservato ai soci del Lean Enterprise CLUB è stato presentato il nuovo Advisory Board del CUOA Lean Enterprise Center, composto dai capitani d’azienda di Carel Industries srl, Askoll Due e Socomec Sicon e personalità del mondo accademico dell’Università di Udine e di Padova. Da segnalare l’ingresso di Alberto De Toni, prossimo Rettore dell’Università degli Studi di Udine. «La nuova configurazione dell’Advisory Board rafforza i due pilastri che hanno affiancato sin dalla sua nascita il CUOA Lean Enterprise Center, ovvero le imprese e l’Università», ha dichiarato Giuseppe Caldiera, Direttore Generale del CUOA. «Un rapporto che evidenzia ancora una volta la mission che anima la nostra Fondazione: fungere da medium tra il sapere universitario e la conoscenza sviluppata all’interno delle imprese».
Il Lean Enterprise CLUB della Fondazione CUOA è nato nel 2006 da un gruppo di aziende fortemente motivate alla creazione di un centro di eccellenza sulle tecniche e la cultura Lean. Il Club realizza periodicamente incontri istituzionali con esperti di valore a livello nazionale e internazionale, approfondimenti su tematiche verticali, iniziative formative e percorsi di specializzazione. Entrare nel Lean Enterprise CLUB significa contribuire alla definizione e realizzazione di un progetto ambizioso e di grande importanza per le aziende del territorio nazionale che credono nel’innovativa filosofia manageriale del Lean.
