Gestire un progetto internazionale: le competenze necessarie

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Nella lunga e contrastata competizione verso lo sviluppo, l’apertura dei mercati ha favorito quei Paesi che meglio hanno saputo valorizzare l’accesso alle nuove tecnologie, rendere più efficienti gli assetti logistici e organizzativi del proprio sistema-paese, trarre i maggiori benefici dal commercio internazionale.
La global economy apre a novità epocali. Gli investimenti esteri crescono a dismisura scegliendo le mete più redditizie e sicure. Negli ultimi cinque anni sono raddoppiati, le aree più attraenti restano più quelle dei paesi avanzati ma aumenta il peso dei capitali provenienti dai nuovi paesi emergenti.
L’impennata dei prezzi delle materie prime e delle commodities agricole alimenta la formazione di ingenti surplus commerciali in molti paesi che fino a poco tempo orsono affollavano l’area del Terzo Mondo. Crescono i risparmi mondiali e con essi la voglia di investire in progetti che assicurino una redditività maggiore dei modesti risultati dei titoli di Stato.

Mai come oggi economia e finanza si mescolano alla ricerca di rendimenti non più finanziari, la cui volatilità e precarietà riemerge nelle ricorrenti crisi, ma legati alla realizzazione di progetti reali nel campo della produzione, dei servizi e delle infrastrutture.

Si diversificano le fonti di finanziamento dello sviluppo, dall’affascinante microfinanza inaugurata da Muhammed Yunus con la Gramen Bank alle sofisticate tecniche promosse dai grossi gruppi finanziari internazionali.

Diventa cruciale quindi la capacità di conoscenza di come si muovono le strategie delle imprese nel mondo globalizzato, di quali sono le opportunità di finanziamento dello sviluppo provenienti non più solo da fonti pubbliche ma specialmente da fonti private, delle nuove tecniche di finanziamento. Ai fini della formazione professionale, è determinante saper costruire e valutare progetti di investimento nell’ambito sia della nuova finanza d’impresa sia del partenariato pubblico-privato per il finanziamento delle infrastrutture. Non meno importante è la dimestichezza con le misure di trasparenza e di controllo che gli Organismi Internazionali deputati vanno applicando sulle attività di investimento delle banche commerciali, dei ricchi fondi pensione e di private equity, degli hedge funds, e più di recente dei fondi sovrani che si vanno imponendo sui mercati mondiali come investitori istituzionali.

Se, come previsto, la crescita dei paesi emergenti procederà ad un ritmo pari a tre volte quello dei paesi avanzati, crescerà la disponibilità di capitali alla ricerca di nuovi investimenti. Aumenterà inevitabilmente la richiesta di specialisti in progettazione dello sviluppo, capaci di gestire con elevata professionalità conoscenze economiche, finanziarie e regolamentari.

Da questo contesto si consolida la partnership tra due grandi Enti formativi per la terza edizione del C.A.F. Management dei Progetti internazionali: la Business School del Sole 24 ORE e Sapienza Università di Roma, insieme per continuare a formare figure professionali chiave destinate a ricoprire un ruolo strategico nella pianificazione e gestione dei progetti internazionali all’interno di aziende, organizzazioni non governative, organismi internazionali ed enti di cooperazione e sviluppo.

Tutte le realtà economiche che si trovano a dover affrontare progetti d’investimento all’estero hanno bisogno, infatti, di figure professionali competenti, sia in ambito economico-finanziario sia in ambito giuridico con forte conoscenza anche dei contesti politico-economico-sociali dei vari Paesi. Gestire progetti a livello internazionale significa pianificare e organizzare risorse differenti in attività finalizzate al raggiungimento di un obiettivo predefinito. Questo Corso di Alta Formazione risponde alle esigenze di quelle aziende e organismi internazionali che operano per progetti o che intendono promuovere questa logica come modello di gestione, fornendo loro le conoscenze necessarie per: individuare gli obiettivi del progetto; definire il piano economico finanziario; conoscere gli aspetti socio-culturali dei Paesi di riferimento; presiedere gli strumenti di controllo e gli elementi di valutazione del rischio e condurre un team.


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