Quale master? Dipende…

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Qual è il master migliore?”, “Che master mi consiglia?”. A queste domande che mi vengono poste nelle diverse occasioni di incontro con i neolaureati, rispondo sempre allo stesso modo: “Dipende”. Tale affermazione in realtà è il punto di partenza per alcuni quesiti la cui risoluzione potrebbe aiutarvi nella scelta di un percorso formativo post lauream.

Chi sei?”: è la prima domanda, a volte spiazzante nella sua banalità, che pongo ai miei giovani interlocutori ed è finalizzata a capire non solo il percorso formativo da loro fino a quel momento seguito, ma ad avere un’idea di quel complesso sistema di aspirazioni, motivazioni e potenzialità, più o meno espresse, in loro presenti. Di qui la seconda domanda, spesso però incorporata nella precedente risposta: “Di cosa ti piacerebbe occuparti?”. E qui si apre un ventaglio di situazioni: c’è chi ha le idee ben chiare e sa già cosa cercare, c’è chi invece ha perplessità, dubbi, più o meno grandi, sul prosieguo della propria vita da studente. Anche qui, non ho risposte precise: turismo, moda, web 2.0, lean, green economy, trading, creazione di impresa sono alcuni settori o argomenti che “tirano”. Ma un elenco non potrà mai essere esaustivo delle diverse opportunità che una formazione avanzata e di qualità può offrire. E come si fa a capire se la formazione è davvero di eccellenza? “Pensi che questo master possa aiutarti a trovare il lavoro che stai cercando?”: una domanda di risposta ad un’altra domanda è un apparente paradosso, poiché difficilmente la risposta è un sì netto e deciso. Per avere contezza del master che si sta per scegliere, occorre conoscere la durata dello stage (minimo 3 mesi e massimo 6), un po’ di storia dell’ente di formazione, il numero di edizioni già svolte, gli sponsor, il placement dell’ente. Un aiuto può arrivare navigando all’interno del sito web dell’ASFOR, l’associazione della formazione manageriale alla quale sono iscritte le principali business school italiane private. Ciò non significa che un master non accreditato sia da scartare a priori: ci sono master importanti, anche di carattere universitario, che non richiedono di essere accreditati. Rispondendo a queste domande, siamo certi che la scelta sarà automatica e facile? In un mondo perfetto sì, nella vita reale no. Una serie di ostacoli possono rendere difficile l’accesso ad un master, quali ad esempio il costo di iscrizione, la lontananza dalla propria residenza, la necessità di far fronte ad altre esigenze economiche e così via. Gli ostacoli ci sono ma, se si è fortemente motivati, si può almeno tentare di superarli. Vediamo come.

Borse di Studio: alcuni Master mettono in palio delle borse di studio a copertura totale o parziale del costo di iscrizione. E’ importante informarsi presso l’ente di formazione e chiedere della presenza o meno di queste borse di studio.

Prestiti d’onore: a volte le business school sono convenzionate con delle banche che finanziano l’iscrizione al master e richiedono un pagamento a rate, talvolta anche dopo qualche mese dal completamento dello stage.

Bandi regionali: negli ultimi anni alcune Regioni come la Sardegna, la Puglia, l’Emilia Romagna hanno aiutato i giovani laureati con l’erogazione di finanziamenti, voucher e sostegni di diversa entità. E’ fondamentale monitorare i siti web delle regioni di residenza per intercettare l’iniziativa giusta.

L’arma migliore per ridurre l’incertezza è, pertanto, l’informazione: ormai è facile cercare notizie su tutti gli enti di formazione, basta digitare su qualsiasi motore di ricerca il nome dell’ente, avere la pazienza di scorrere le diverse pagine e leggere i forum degli ex studenti. Attenzione però: è più facile trovare lamentele che buone recensioni su un percorso master. Occorre sempre filtrare tutto sulla base del buon senso e magari verificare con chi ha già frequentato quel master: certo, se si trovano numerose recensioni che descrivono situazioni fortemente critiche relative all’ente o al corpo docente o agli stage, allora è meglio lasciar perdere subito. Anche la partecipazione ad una fiera del lavoro come un Job Meeting può essere utile: nel corso di queste manifestazioni si incontrano i responsabili di alcune tra le più importanti business school italiane e straniere, ai quali è possibile chiedere informazioni sui diversi corsi presentati.

Un’altra domanda topica è: “Meglio un master in Italia o all’estero?”. La risposta la dovreste già conoscere: “Dipende”. Non esiste una risposta univoca. E’ vero che i problemi di ambientamento all’estero potrebbero essere maggiori, così come i costi, ma è altamente probabile che un MBA o un master all’estero siano in grado di dare maggior valore aggiunto alla propria esperienza formativa. “Estero, sì, ma dove?”. Fino a una decina di anni fa si pensava che l’Inghilterra e gli USA fossero i paesi con programmi master più autorevoli. Ora Brasile, Francia, Belgio, Olanda, Spagna, Singapore, Australia, India sono “destinazioni” da tenere in considerazione. Anche in questo caso l’elenco dei paesi è solo esemplificativo. Tutto dipende dall’obiettivo che ci si pone e dall’analisi delle possibilità personali per raggiungerlo. Periodicamente il Financial Times e QS pubblicano le classifiche dei migliori MBA e master del mondo: sul web si trovano facilmente. E’ evidente che la conoscenza dell’inglese o della lingua nella quale è tenuto il corso è un “must”. Spesso viene richiesto ai potenziali corsisti non di madrelingua il GMAT (test di abilità verbali, matematiche ed analitiche) o certificati che attestino la perfetta conoscenza della specifica lingua straniera, quali il TOEFL o il Proficiency.

Un consiglio che sfugge alla regola del “dipende” è questo: considerate il costo di un master come un investimento e non come una spesa. Di ogni investimento occorre sapere quanto sacrificio possa comportare e quali siano i probabili ritorni futuri, a breve e medio termine. In sintesi, occorre pensare ad una sorta di rendimento, in termini non solo finanziari ma anche umani. Infatti, durante la fase d’aula possono nascere amicizie che magari potranno tradursi, nel giro di pochi anni, in relazioni professionali e collaborazioni anche con il corpo docente. Nell’era dei social network è fondamentale pensare in questi termini per qualsiasi corso si desideri frequentare.

Vincenzo Russo
Senior Consultant Cesop Communication

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