Tre premi di laurea sull’accessibilità urbana

C’è tempo fino al 15 settembre per partecipare al premio di laurea “Una città per tutti”. Si tratta di tre riconoscimenti, del valore rispettivamente di 2mila, mille e 500 euro, destinati a tesi specialistiche appartenenti alle aree dell’ingegneria civile e dell’ingegneria edile e architettura, che riguardano progetti sul tema dell’accessibilità urbana, con riferimento soprattutto alle persone con problemi di mobilità (disabili, anziani ecc.). A organizzare il premio il Club Soroptimist International di Pistoia-Montecatini Terme, organizzazione impegnata nella tutela delle donne nata nel 1971, l’associazione Design for all information Exchange europee, la facoltà di ingegneria dell’università di Pisa e la provincia di Pistoia.
Uno dei requisiti fondamentali è che il lavoro sia stato discusso negli anni accademici 2006/2007, 2007/2008, 2008/2009, 2009/2010 e 2010/2011. Il progetto presentato nella tesi dovrà riguardare, nello specifico, le criticità tipiche di un determinato spazio urbano e l’elaborazione delle soluzioni più adatte a risolvere i problemi individuati. Un’attenzione particolare sarà riservata a piani di lavoro che riguardano i territori provinciali e comunali di Pistoia e Montecatini.
Il modulo di partecipazione, compilato secondo lo schema allegato al bando (scaricabile dal sito dell’associazione e all’indirizzo web http://www.ing.unipi.it/) va inviato per posta al Club Soroptimist International di Pistoia-Montecatini Terme (presso la ditta Balducci S.p.A. Via del Melo n. 1, 51018 Pieve a Nievole - PT) entro il 15 settembre 2011.
Quella in corso è la seconda edizione del premio di laurea: la prima, nel 2005, incentrata sempre sullo stesso tema, ha visto la partecipazione di 50 tesi provenienti da tutto il territorio nazionale, con un buon riscontro in termini di visibilità per i vincitori.

A dare qualche “dritta” ai candidati è il presidente del Club Soroptimist Arianna Bechini, architetto ed esperta di progettazione del paesaggio: «Saranno osservate con attenzione tesi propositive e innovative, soprattutto che dimostrino sensibilità verso l’aspetto dell’ “integrazione/interazione” fra le persone in generale: diversamente abili e non - spiega. E poi anche l’espressione “diversamente abili” non ci sembra rispondere alla giusta considerazione dei fatti. Ancora oggi si progettano edifici per persone con “tutte le abilità” e poi si mette una rampa, ma non è questa la giusta impostazione progettuale. Almeno gli spazi pubblici e quelli privati di nuova costruzione dovrebbero avere in sé, fin dalla fase ideativa, uno schema distributivo e strutturale, accessibile a tutti: i nuovi progetti non possono ammettere concessioni! La realtà delle nostre città storiche rappresenta, poi, una sfida più complessa: gli edifici, le strade, le piazze necessiteranno certamente di adeguamenti, ma le soluzioni, per quanto possibile, dovranno essere “belle” e sostenibili, e quindi “non discriminanti”, bensì per tutti, senza che si accentuino le diversità. Chissà se in futuro riusciremo magari anche a valorizzare le ‘diverse abilità’, per un vantaggio di tutta la società»

Chiara del Priore

28 giugno 2011

Foto di ddrmaxgt37


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