Le fiere del lavoro: ancora utili, ma …

Da almeno tre anni, il sistema economico mondiale si dibatte in uno dei periodi di crisi più gravi mai registrati.

Le ricadute sul piano occupazionale sono state e continuano a essere gravissime, con una drammatica contrazione del numero di occupati e prospettive sempre più difficili per chi si affaccia in questo momento sul mercato del lavoro.

In un simile scenario, le cosiddette fiere del lavoro perdono alcune delle loro tipiche caratteristiche, per enfatizzarne altre, spesso di pari importanza.

Tradizionalmente, durante queste fiere, i responsabili delle risorse umane delle aziende presentano a laureandi, neolaureati e giovani professionisti, presso degli stand appositamente allestiti e nel corso di incontri in aula, le rispettive organizzazioni, illustrando le politiche di recruiting, l’iter del processo di selezione, raccogliendo, infine, i cv di quanti potenzialmente interessati.

Le finalità che grandi aziende e multinazionali normalmente perseguono con la partecipazione a queste manifestazioni sono molteplici. Alla base, vi è la diffusa consapevolezza che, in un mercato globale, la concorrenza si fronteggia solo grazie ai giovani talenti, veri creatori di valore aggiunto ed artefici del successo sul mercato. In questa prospettiva, la loro partecipazione a tali fiere si inserisce nell’ambito delle attività di recruiting advertising, vale a dire quel complesso di iniziative di comunicazione volte alla ricerca di risorse umane che presentino un profilo in linea con i criteri selettivi definiti dall’azienda. Contestualmente, le aziende cercano di raggiungere, grazie ad un contatto vivo e periodico con il mercato del lavoro, un posizionamento elevato del proprio brand nei confronti di questo target.

Tutto questo è radicalmente cambiato dal 2009…pochissime sono ormai le aziende che partecipano a questi eventi con un approccio legato esclusivamente al recruiting (che è, invece, per ovvie ragioni, quello da sempre più apprezzato dai giovani visitatori, speranzosi di trovare il lavoro desiderato), avendo un ridotto numero di posizioni aperte; sempre meno sono le aziende che accettano cv cartacei, inducendo nei visitatori una sensazione di inutilità della propria presenza “fisica” alla fiera (“sarebbe stato lo stesso inviare da casa il cv al sito dell’azienda” è una delle più frequenti lamentele che abbiamo avuto modo di ascoltare in questi ultimi mesi).

Alla luce di queste considerazioni, un po’ provocatoriamente ci chiediamo: le fiere del lavoro hanno ancora un senso per i visitatori? O sono unicamente delle vetrine per le aziende e per chi le organizza?
Secondo noi, che ormai da quasi 20 anni ne realizziamo alcune tra le più importanti in Italia e che, con grande sforzo, stiamo cercando di adeguarle ai complicati tempi che corrono, la risposta è sì, ma con alcuni importanti distinguo.

Partecipare ad una fiera del lavoro non significa trovare un lavoro.
Questo assunto – valido nel passato e ancora di più oggi - deve essere fatto proprio in maniera consapevole da tutti i partecipanti. Certo, negli scorsi anni e ci auguriamo al più presto in futuro, sono numerosi i visitatori usciti da un Job Meeting o una Career Fair con il giusto contatto e la prospettiva di un colloquio di selezione; ma, ciò premesso, la partecipazione ad una fiera non può ridursi a una stanca replica del rito della consegna del cv (che, peraltro, come già anticipato, sempre più aziende non accettano nemmeno) e non può essere motivata unicamente dalla pur comprensibile aspirazione a trovare lavoro. Un Job Meeting deve essere vissuto in tutte le sue sfaccettature e in tutti i suoi utili aspetti!

Per molti neolaureati e studenti universitari, infatti, la partecipazione a una fiera è il primo vero momento di confronto con la realtà aziendale e del lavoro più in generale ed è con questo spirito che deve essere vissuta. Molto spesso, all'interno delle fiere sono previsti seminari o workshop nel corso dei quali è possibile dialogare con i responsabili delle più note e prestigiose aziende ed assistere ad una presentazione aziendale. Capire come “funziona” una grande impresa, con le sue procedure, il suo organigramma, i suoi progetti di sviluppo, indubbiamente contribuisce a fare chiarezza sulle aspettative e sugli obiettivi professionali di ciascun neolaureato.

Ho una laurea “debole”…cosa vengo a fare?
Una delle critiche più frequenti alle quali i Job Meeting cercano di rispondere con iniziative concrete e non soltanto a parole è quella secondo la quale si tratterebbe di iniziative utili soltanto a chi possiede una laurea in Ingegneria, Economia o di carattere scientifico. Sicuramente, chi possiede lauree di questo tipo ha maggiori opportunità e non potranno certo essere i Job Meeting o chi li organizza a modificare la struttura del mercato del lavoro italiano. Ma le opportunità esistono anche per altri laureati, soprattutto se fortemente motivati ad intraprendere una ben precisa carriera professionale. Ad esempio, nel campo delle risorse umane, molte delle persone che vi troverete di fronte agli stand sono laureati in Lingue, Lettere, Filosofia, Psicologia, ecc. Si tratta di aggiungere qualcosa al proprio cv, magari un ulteriore step formativo..
Inoltre, soprattutto per questi laureati, da anni all’interno dei Job Meeting sono previsti momenti collaterali, informativi e di autentico orientamento professionale, che assicurano un valore aggiunto alla mera presenza delle aziende e sono in grado di attribuire un significato concreto alla partecipazione dei visitatori e non quello di semplice comparsa in uno “spettacolo” che ha altre finalità. Senza contare, infine, che una fiera del lavoro permette ai visitatori di incontrare coetanei, di fare nuove amicizie, di raccontarsi esperienze personali e professionali e di scambiarsi numeri di cellulare e indirizzi e-mail, uscendo comunque arricchiti dalla giornata trascorsa in fiera.

Partecipare alle iniziative collaterali
Sempre più spesso, nell’ambito di queste manifestazioni, gli organizzatori prevedono dei momenti collaterali, volti a soddisfare esigenze concrete dei visitatori. All’interno dei Job Meeting è ormai usuale trovare sessioni di approfondimento su nuove professioni, laboratori di orientamento professionale sulle strategie di ricerca del lavoro e le nuove tendenze del mercato del lavoro, workshop su come redigere un cv efficace, ecc. Partecipare a queste iniziative è molto importante, perché si ha la possibilità di concentrare in una sola giornata un percorso informativo che, altrimenti, richiederebbe, un notevole impiego di tempo ed energie.

Registrarsi on-line
La maggior parte delle fiere del lavoro prevedono un servizio di pre-registrazione on line all'evento che può a volte – ma solo per soggetti autorizzati a svolgere attività di intermediazione - comprendere l'inserimento del proprio CV nella banca dati della manifestazione. La pre-registrazione snellisce le formalità di ingresso alla manifestazione, mentre lo scopo dell' inserimento del CV è quello di dare ai responsabili aziendali la possibilità di effettuare una specie di "pre-screening" dei candidati ed, eventualmente, contattare coloro che vorrebbero intervistare nel corso dell'evento stesso. E' chiaro che questo non garantisce un colloquio alla manifestazione a tutti, ma perché non sfruttare questa occasione messa a disposizione con un processo così semplice?

fiere-lavoro-01Acquisire il maggior numero di informazioni sulle aziende già prima di visitare la fiera.
I responsabili delle risorse umane si aspettano laureati motivati e preparati, che abbiano almeno una conoscenza di base dell’azienda. Ben vengano, quindi, tutte le domande, ma non quelle del tipo: “Chi siete? Di cosa vi occupate?”. E’ un segnale di leggerezza e di superficialità che lascia al neolaureato poche chance di continuare il colloquio con esiti positivi: nessun selezionatore assumerebbe persone con tali caratteristiche. Molti vanno alle fiere per "dare un’occhiata", senza pensare che sono i migliori contesti per incontrare responsabili aziendali in una situazione quasi informale. I siti delle manifestazioni e spesso anche i poster e gli annunci sui giornali, includono la lista delle aziende partecipanti. Prima dell'evento, selezionate le aziende che vi interessano maggiormente e visitate i loro siti istituzionali per informarvi sulle loro attività, i loro servizi, ecc. Data la quantità di informazioni disponibili sul web, prendere nota di qualunque "news" relativa all'azienda è fondamentale per dimostrare una conoscenza approfondita.

Portare alla fiera alcune copie del curriculum vitae.
Sempre più imprese invitano a inserire il cv nei rispettivi siti web, ma non mancano quelle che lo richiedono anche in formato cartaceo. Per questo motivo, è consigliabile stampare diverse copie aggiornate del proprio cv in modo da poter cogliere tutte le occasioni che si presentino: riuscire a parlare con i selezionatori aziendali e non poter consegnare loro un cv, quando richiesto, sarebbe davvero un clamoroso autogol! Il cv dovrà essere sempre firmato in originale e prevedere l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai sensi del D. Lgs. 196/2003. In caso contrario, infatti, il selezionatore non potrà ritirarlo.

Un buon cv è un biglietto da visita ma non basta.
Durante una fiera del lavoro, fondamentale è il modo in cui ci si relaziona con i responsabili aziendali presenti. Non occorre cercare di stritolare la mano dell’interlocutore per dimostrare di essere decisi e risoluti! Inoltre, visto che spesso si ha poco tempo perché ci sono altri laureati in coda che attendono, bisogna cercare di essere concisi, calmi e attenti. Un abbigliamento sobrio ed elegante, che indichi un atteggiamento professionale, è apprezzato dai selezionatori: spesso la location della fiera e la sua importanza impongono un implicito dress code (almeno la giacca per gli uomini, il tailleur per le donne). In tutti casi, è importante evitare un look poco curato o non consono alla situazione.

Face to Face
In queste manifestazioni si hanno a disposizione soltanto da due a cinque minuti ad azienda per “vendersi” ed evitare il rischio di non essere presi in considerazione. Quindi, è fondamentale sfruttarli al massimo. Un'idea è quella di creare un "messaggio pubblicitario" di un minuto, che evidenzi i propri punti di potenziale interesse per l'azienda e iniziare in questo modo la conversazione. Ricordate i consigli di base per tutti i colloqui: guardate l'interlocutore negli occhi (ma senza dare l'impressione di fissarlo!); siate sicuri che la stretta di mano sia decisa, dimostrando sicurezza; mostrate entusiasmo. Pensate a delle domande per il responsabile aziendale, che non siano "Posso lasciare il mio curriculum?" o "Posso sapere di che cosa vi occupate?": un candidato che dimostra di aver condotto una ricerca di informazioni sui partecipanti dimostra di essere un soggetto che sa ben sviluppare il proprio "self-marketing".

Business School
Molto spesso, vi è una certa diffidenza da parte dei visitatori nei confronti degli Enti di Formazione e delle Business School presenti ai Job Meeting. Questo è un grave errore!
Anche dopo la laurea, acquisire nuove qualificate competenze potrebbe consentirti di rendere il tuo cv più appetibile per le aziende e di raggiungere più rapidamente i tuoi obiettivi professionali, in particolare se la tua laurea non è tra quelle più comunemente richieste dalle aziende. Per questo, non sottovalutare le proposte di formazione avanzata che gli Enti presenti ai Job Meeting sono in grado di offrirti e che possono rappresentare un ulteriore, valido collegamento con il mondo del lavoro.


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