Quanto è “social” la ricerca di lavoro?

Li usiamo per chiacchierare, urlare al mondo le nostre giornate “storte”, condividere link e informazioni. Da tempo anche per cercare lavoro. Stiamo parlando dei social network. LinkedIn, la rete social professionale, è online dal 2003, e quasi tutte le aziende hanno una pagina Facebook o un account Twitter, utilizzati spesso anche per reclutare candidati.
Di recente, negli Stati Uniti Facebook e LinkedIn hanno fatto un’ulteriore mossa: collegare i propri database con quelli delle agenzie di lavoro americane, per creare praticamente un doppio archivio utilizzabile dalle aziende.
Quanto si servono oggi i recruiter dei social network? E quanto chi cerca lavoro ricorre a Facebook e simili? Abbiamo fatto il punto con studenti e ragazzi in cerca di occupazione, frequentatori più o meno assidui della Rete.

Guglielmo, 24 anni, laureando in ingegneria informatica, crede che i social network contino ancora poco sia per la ricerca che per l’offerta di lavoro: «Sono iscritto a LinkedIn ma non lo utilizzo per niente e sono fan di pochissime pagine di aziende su Facebook. Non penso che queste ultime sfruttino seriamente lo strumento dei social, per cui ci credo poco. Piattaforme come queste potrebbero essere utili se i datori di lavoro ci investissero seriamente, come dimostra l’esempio statunitense».

«Secondo me le imprese hanno capito l’importanza delle reti sociali per la ricerca dei candidati» replica, invece, Marco, ventottenne neolaureato, al momento senza un’occupazione «è il candidato stesso che stila un profilo di studi o esperienze lavorative, così da favorire una ricerca ancora più mirata. Indubbiamente, a chi cerca lavoro i social network offrono la possibilità di visionare una miriade di offerte lavorative, di tutti i generi e per tutte le qualifiche». Sull’iniziativa americana ha, però, qualche perplessità: «L’idea è ottima. Mi sorge, però, un dubbio: incrociando i dati sarà possibile avere un profilo perfettamente idoneo alla figura che si cerca? e poi il candidato avrà la possibilità di gestire le informazioni personali, in modo tale da avere un profilo professionale serio? sono dell’idea che le competenze e le motivazioni di un candidato si devono verificare sempre face-to-face».

Social_Media_IconPer Vincenzo, 25 anni, laureando in economia «gli head hunter controllano spesso le pagine Facebook e i profili Twitter prima di incontrare un candidato. Più di Facebook, è però soprattutto LinkedIn a offrire informazioni professionali dettagliate. Personalmente, mi sono candidato a diverse posizioni attraverso LinkedIn e sono fan delle pagine Facebook di alcune agenzie per il lavoro».

Alessia, 22 anni, studentessa di scienze politiche, pensa che ormai passi tutto inevitabilmente per il Web, anche la vita professionale, anche se «bisogna stare attenti. La Rete è un punto di partenza per l’incontro tra domanda e offerta, ma non si deve arrivare a sostituire l’interazione professionale e il rapporto umano con quella che è solo una conoscenza iniziale e superficiale fatta attraverso un sito o un social network».

A conti fatti, in Italia le azienda stanno incentivando il ricorso ai social network per cercare candidati:a rivelarlo è uno studio della School of Management del Politecnico di Torino, che rileva come canale significativo anche i siti esterni per la ricerca di personale. Che il passo successivo sia seguire l’esempio degli Stati Uniti?

Chiara Del Priore

22 novembre 2011

Foto di Webtreats e DaveFayram


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